l’opera di Emiliano Stella per Pino Irpino
Cosa lasceremo in eredità alle prossime generazioni?
Questa domanda, ripetuta fino alla nausea nel discorso pubblico degli ultimi anni, suona– ahimé – alquanto mal posta, ormai.
È il momento, piuttosto, di iniziare a chiedersi: “Cos’altro dobbiamo aspettare, prima di comprendere di essere letteralmente appesi a un filo e, perciò, di cominciare ad agire con la giusta risolutezza?”
Aspettare che sia qualcun’atro a preoccuparsene non è certamente una buona idea. C’è il rischio concreto che, presto, non ci saranno molte altre storie di grano da raccontare.
Come bene insegna la cultura contadina che rende unica la nostra amata Irpina, è ciò che seminiamo oggi a determinare quello che raccoglieremo domani.
E allora, l’augurio che desidero inviare ai 118 comitati sparsi per l’intera provincia di Avellino e a chiunque dovesse fermarsi a guardare questa opera è questo: fate germogliare la speranza e prediamoci cura gli uni degli altri: il futuro è oggi, ed è tutto nelle nostre mani.
Emiliano Stella
L’ARTE DI EMILIANO STELLA
L’opera di Emiliano Stella rompe il canone che ha imposto dagli anni ’60 del secolo scorso la metropoli occidentale come unico possibile centro di gravitazione della produzione artistica contemporanea, secondo cui ispirazione, tecniche e pubblico hanno senso solo in quanto prodotto di una realtà urbana e se ad essa si riferiscono. Tutte le tendenze che sono derivate dalla pop art si sono attenute a questo canone di un’arte nata, immaginata e fruita nella città. Il linguaggio di Emiliano Stella discende da queste esperienze, dalla pop alla street art; mutua da queste tecniche ed estetiche, ma cambiando i soggetti ne modifica radicalmente il senso. La realtà descritta nei suoi lavori è la periferia del mondo industrializzato, la provincia che, sebbene abbia prodotto buona parte della cultura negli scorsi decenni, è rimasta sempre esclusa dallo sguardo delle forme artistiche più aggiornate o, al più, relegata a descrizioni di maniera, quadretti di ambiente pittoresco che ne hanno dato un’immagine cristallizzata proprio nell’epoca storica in cui veniva attraversata da trasformazioni che in tempi estremamente rapidi ne stavano modificando i connotati. Ed è esattamente questa mutazione vista con lo sguardo disincantato di chi non vuole rappresentare un ventre materno a cui tornare dopo aver attraversato la realtà esterna il soggetto con cui si scontra chi guarda con attenzione le sue opere: ragazzi che trascorrono le serate in compagnia di una birra in cui allentare la monotonia di un contesto privo di stimoli; paesaggi di edifici storici dei borghi antichi e parallelepipedi insulsi figli delle più o meno recenti speculazioni edilizie; quadri di famiglie che oscillano tra un immaginario da boom fuori tempo massimo e di benessere goffamente esibito. Anche nei ritratti, una delle forme espressive preferite dall’artista, egli evita le icone di massa e si concentra su volti ben individuati, quotidiani, che attraverso la sua visione da persone diventano personalità. La capacità di applicare un ampio ventaglio di tecniche e di cogliere la realtà attraverso punto di vista mai banali, risultato di una originale sovrapposizione di foto, cinema e comic, genera un’astrazione della realtà gravida di possibilità ermeneutiche: lo stridore prodotto da una dimensione protourbana filtrata da una visione autenticamente contemporanea causa una frattura obliqua con tutti i canoni estetici a cui siamo abituati. L’artista rompe, dunque, con entrambe le tradizioni, con quella oramai impostasi come contemporanea, individuando nella civiltà del margine il suo soggetto, ma, filtrandola con un tratto contemporaneo, che attinge al pop mischiandolo con i linguaggi più aggiornati della strada, mette in crisi l’immaginario attraverso cui questa realtà si è raffigurata. Mettendo sotto la lente di ingrandimento tutte le contraddizioni che lacerano la nostra modernità, lo sguardo di Emiliano Stella indaga meglio di chiunque altro i processi che continuano ad agitare nel fondo le province dell’impero.
Vittorio Saldutti
PRINCIPALI ESPOSIZIONI
2020: Napoli. PAN | Palazzo delle Arti Napoli. Mostra personale “Microsfera PE”. A cura di Barbara Matetich. Catalogo Delta 3 edizioni.
2019: Berlino. Green Hill Gallery. Mostra collettiva: “Fragile Living”. A cura di Bobbi Jo Brooks
2018: Montoro (Av). Cantina Montone/contemporary artistic expressions. Mostra collettiva: “4 artisti Irpini” in occasione della 14a Giornata del Contemporaneo AMACI. A cura di Pietro Montone.
2018: Avellino. AXRT Contemporary Gallery. Mostra collettiva: “ECO Sostenibilità Visionaria“. A cura di Stefano Forgione
2016: Napoli. Istituto Banco di Napoli – Fondazione. Mostra permanente
2015: Napoli. Museo Diocesano. Mostra collettiva: “Il Popolo di San Gennaro“. A cura di Don Alfonso Russo, Alessandra Monda, Franco Lista. Presente su catalogo
2015: Avellino. Casina del Principe. Mostra Personale: “Bon appétit“. A cura di Nello Antonio Valentino. Introduzione di Vittorio Saldutti
2014: Salerno. Studio 21 Tattoo and Art Gallery. Mostra collettiva: “A Tua Immagine“. Introduzione di Vittorio Saldutti
2014: Avellino. Centro culturale L’Approdo. Mostra collettiva: “A Tua Immagine“. Introduzione di Vittorio Saldutti
2013: Avellino. Complesso Monumentale Ex Carcere Borbonico. Mostra personale, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino, Edizioni Mephite, Godot Art Bistrot.
2013: Napoli. Tunnel Borbonico. Mostra collettiva. “Aldo Cicellyn esalta Ve.Na.“ A cura di Paolo dell’Aquila, Raffaele Loffredo.
2012: Avellino. Teatro Comunale. Mostra Personale: “Giovani, carini e choosy!” Introduzione di Paolo dell’Aquila, Tania Merenda.
2012: Nocera Inferiore (Sa). Bright Contemporary Gallery. Mostra Personale. Introduzione di Vittorio Saldutti.
2012: Napoli. Galleria D77. Mostra collettiva: “Ve.Na – Vera Napoletanità“. A cura di Paolo dell’Aquila e Raffaele Loffredo.
2011: 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. (Padiglione Italia). Lo Stato dell’arte Campania. A cura di Vittorio Sgarbi. Presente su catalogo.
2011: Napoli: Istituto Colosimo. IV Biennale Giovani Artisti Campani “A regola d’arte”. A cura di Tania Merenda.
2011: Londra. Acquire Arts Gallery. Mostra collettiva internazionale: “Star(t)Dust“. A cura di Plasticine Art Factory.
2010: Viterbo. Quartieri dell’Arte, XIV edizione: tele e scenografia ispirate dalla piece teatrale di Viliam Klimacek.
2010: Londra. Acquire Arts Gallery. Mostra collettiva internazionale: “The Dream Machine. Chapter one: Diary of a DNA“. A cura di Plasticine Art Factory.
2010: Avellino. Irpiniarte. Mostra collettiva: Artisti Irpini a Confronto.
2009: Milano. LP Studio Fashion. Mostra collettiva. “Art Skins Design“. Presente su catalogo.
2008: Milano. New Ars Italica. Mostra collettiva “La Finestra sull’arte“. Presente su catalogo. Introduzione di Emanuele Beluffi.
2008: Milano. New Ars Italica. Collettiva “Black & White“. Presente su catalogo. Introduzione di Andrea G. Pinketts.
2007: Milano. Finalista del concorso Cup House 2007 “L’Aroma del caffè”. Presente su catalogo.
2007: Milano. MIART (Pad.2 stand A26). Collettiva “A3“, terza edizione. Reportage sull’arte visiva di strada a cura di Marco Izzolino.
2007: Bologna. Zo caffè. Collettiva “A3“, seconda edizione. Reportage sull’arte visiva di strada a cura di Marco Izzolino. Mostra collaterale Bologna Arte Fiera
2006: Viterbo. Studio Fontaine. Mostra personale, “Street” a cura di Marcello Carriero.
2006: Napoli. Not Gallery. Collettiva “A3“. Reportage sull’arte visiva di strada a cura di Marco Izzolino.
2006: Padova. Arte Padova 2006. Stand, Al Artecontemporanea.
2006: Caserta. 36esima edizione Festival Settembre al borgo 2006. Rassegna di cortometraggi Vicolo Corto.
2006: Catania. Centro congressuale “le Ciminiere”. Collettiva “Human@rt“, curata dal professor Lucio Barbera. Patrocinata da Regione Sicilia, Provincia di Catania, Provincia di Catania Assessorato alle Politiche Culturali. Presente su catalogo.
2006: Catania. Catania Arte Fiera 2006. Stand, Al Artecontemporanea. Presente su catalogo.
2006: collettiva itinerante “13×17 – padiglione Italia“, organizzata da: Jean Blanchaert, Anna Zerbaro, Roberta Gaito, Elena Agaudio, Cristina Alaimo, Momò Calascibetta, Irina Eschenanzi. Sostenuta da:Philippe Daverio, Luca Scacchi Gracco, Luciano Donatelli, Albino Claudio Bosio, Anna e Guido Avario, Umberto Zampini. Presente su catalogo
2005: Milano. “Galleria d’arte ARS Italica”. Mostra collettiva “Beautiful People“, correlato all’evento Milano di moda.
2005: Firenze. “Stazione Leopolda. Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee”. Rassegna di proiezioni video “Out of control“, a cura di Matteo Chini e Bruno Muzzolini
2003: Napoli. Chiesa di San Severo al Pendino. Collettiva del gruppo artistico Arteria: “Korper/Leib“, presentata dalla prof. Patrizia Lovato, docente di anatomia artistica all’Accademia di Brera, patrocinata dal Comune di Napoli, Regione Campania.
2003: Roma. “Galleria Cervantes”. Mostra collettiva “Forma e colore in movimento“, patrocinata dal Parlamento Europeo, Senato della Repubblica, Ministero per gli affari Regionali, Comune di Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
2002: Avellino. “Centro culturale L’Approdo”. Mostra collettiva L’Infanzia
2002: segnalato dalla rivista Arte (Mondadori) tra i 50 giovani artisti emergenti italiani.
2002: Napoli. “Chiesa di San Severo al Pendino”. Collettiva del gruppo artistico Arteria: “Il banchetto del bizzarro“, presentata dal prof. Gianni Pisani, patrocinata dal Comune di Napoli.
2001: Napoli. “Centro culturale Spazio Arte”. Collettiva del gruppo artistico Arteria: “Altri corpi, altri spazi“, presentata dal critico Marco di Capua.
2001: Avellino. “Centro culturale L’Approdo”. Collettiva del gruppo artistico Arteria: “Delictum“, presentata dal critico Massimo Bignardi e dal prof Gianni Pisani.
2000: Marina di Camerota (SA). “Centro culturale Oneroi” . Mostra collettiva “Mediterraneo“, tra gli allievi dell’Accademia di Napoli e di Perugia, patrocinata dalla F.A.O.
1998: Napoli. Galleria del giardino. Collettiva all’interno dell’Accademia