Parco Archeologico di Aeclanum

Mirabella Eclano

Il Parco Archeologico di Aeclanum è situato presso la frazione Passo di Mirabella e si affaccia sulla Via Appia, la Regina Viarum, la strada che collegava Roma a Brindisi e sul cui tratto compreso tra Benevento ed Eclano sono ancora visibili i resti dell’imponente ponte noto come “ponte rotto”.

La nascita del centro di Aeclanum, fondata dalla tribù sannita degli Irpini, risale alla fine del III secolo a.C. e lo storico Appiano parla della sua prima fortificazione, che era di legno, la quale fu incendiata dal dittatore Silla nell’89 a.C. durante la Guerra Sociale contro Mario; in seguito, verso l’87 a.C., la cinta fu ricostruita contestualmente all’istituzione del municipium con diritto di voto e l’iscrizione alla tribù Cornelia.

La fortificazione, alta circa 10 metri, fu realizzata in opus reticulatum composto da prismi di travertino ed abbracciava un’area di circa 18 ettari che si estendeva verso sud, a delimitare un pianoro di forma triangolare; almeno tre porte ne interrompevano la continuità ed il perimetro conteneva anche torri di diversa grandezza.

Nella prima metà del 1900 furono eseguiti i primi scavi archeologici che misero in luce i resti e le tracce di costruzioni risalenti al periodo imperiale: il macellum, le terme e diverse case.

Il macellum (mercato coperto), situato presumibilmente a nord del forum, presenta i resti di una costruzione a pianta circolare con una vasca e pavimentazione a mosaico, e quasi sicuramente doveva essere circondato da un porticato e da tabernae.

Il complesso termale, invece, è situato su una piccola altura e si caratterizza per la presenza di strutture conservate sino a notevole altezza; inoltre, sono chiaramente riconoscibili gli ambienti destinati atepidariumcalidarium e frigidarium, e non a torto le terme rappresentano il monumento di maggior pregio del Parco Archeologico.

Realizzate in opus reticulatum alternato a mattoni, al loro interno erano decorate con fregi marmorei e statue oggi esposte nel Museo Irpino di Avellino, il luogo in cui l’Hirpinia romana è degnamente rappresentata dalle vestigia provenienti da Aeclanum e dove è conservata un’interessante scultura che rappresenta un Niobide.

La costruzione delle terme, infine, deve essere messa in relazione con l’assunzione dello stato di colonia avvenuta all’epoca dell’imperatore Adriano (circa 120 d.C.), che le conferì il titolo di Aelia Augusta Aeclanesium e, quasi sicuramente, furono realizzate da maestranze non indigene, data l’imponenza architettonica e l’elevata perizia nell’utilizzo dell’opus reticulatum.

Il centro della città è attraversato da tre strade, due delle quali in basolato, e su di esse si affacciano numerose unità abitative, mentre sulla strada con andamento nord-sud è presente una domusdi tipo pompeiano con peristilio sostenuto da colonne in laterizio, originariamente stuccate. Sono visibili anche altri ambienti, forse di rappresentanza, mentre l’assenza dell’atrio con entrata direttamente nel peristilio, fa pensare ad una datazione in epoca medio-imperiale. Successivamente, nell’età tardo-antica, la sua destinazione d’uso modificò, diventando una vetreria.

Sempre all’età tardo-antica risale la costruzione di una basilica paleocristiana i cui resti ancora in vista risalgono all’età dell’imperatore Giustiniano. Monumento intra moenia, è articolata in tre navate con la principale absidata e decorata con un pavimento a mosaico; si intuisce che doveva avere un nartece e presenta al suo esterno un fonte battesimale con pianta a croce greca e scalini per il rito ad immersione.

Ad un livello inferiore rispetto all’edificio religioso si conservano i resti di una domus di età imperiale romana, con un ambiente adibito a magazzino in cui restano quattro dolia interrati, poi adoperati per la conservazione delle derrate alimentari.

La necropoli, infine, era situata fuori le mura ai lati della Via Appia, e parte di essa comprende tuttora monumenti e recinti funerari.

Le fonti storiche parlano di Aeclanum come luogo abitato fino al VII secolo d.C.. Il suo declino è collegato all’arrivo dei Longobardi nel 570 e fu definitivamente distrutta nel 662 dall’imperatore Costante II di Bisanzio diretto all’assedio della longobarda Benevento: Aeclanum era sopravvissuta al violento sisma del 369 che le apportò ingenti danni, al passaggio di Alarico e dei Visigoti, alle guerre tra i Goti e i Bizantini.

Le fonti attestano, altresì, la presenza a partire dall’VIII secolo, del sito di Quintodecimo, toponimo che indica la distanza di quindici miglia che separava Aeclanum da Benevento.

L’istituzione del Parco Archeologico ha dato vigore e rinnovato impulso a nuove opere di scavo, che nei prossimi anni metteranno in luce altre importanti strutture murarie ma, soprattutto, ha reso fruibile tutta l’area, visitabile tutto l’anno sino ad un’ora prima del tramonto, e godibile il suo scenario che dal 2004 fa da sfondo ad eventi di notevole interesse e risonanza, come la Via Crucis e manifestazioni musicali di grande spessore artistico.

Come raggiungere il Parco Archeologico di Aeclanum

  • Chi proviene da Napoli imbocca l’autostrada A16 Napoli-Bari, esce al casello di Benevento, quindi si immette sulla S.S. 90 (direzione Foggia) e dopo 5 Km raggiunge la frazione Passo di Mirabella.
  • Chi proviene da Bari, percorre l’autostrada A16, uscendo al casello di Grottaminarda, si immette poi sulla S.S. 90 (direzione Avellino) e raggiunge la frazione Passo di Mirabella.
  • Chi proviene dall’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria esce a Contursi, prosegue lungo la fondovalle Sele fino a Lioni, quindi fino alla frazione Passo di Mirabella percorrendo circa 33 Km.